IL PERSONALE DIPENDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO NON SONO LE “MASCHERE”
In un articolo di stampa uscito nella giornata di ieri, e per la terza volta in pochi giorni, si è tornato a parlare dei dipendenti della Fondazione Teatro della Fortuna in maniera inopportuna, a questo punto è giunto il momento di fare chiarezza, altrimenti, più che informazione, si rischia veramente di fare disinformazione.
Innanzitutto due precisazioni:
1) La Fondazione Teatro della Fortuna, come diverse Fondazioni teatrali in Italia, gestisce un Teatro, nel senso che allestisce e produce manifestazioni teatrali, questo non ha nulla a che vedere, per esempio, con la Fondazioni Rossini, con cui è stata impropriamente accostata, la quale, si legge dal suo sito: “si adopera per il sostegno dell’attività del Conservatorio, lo studio e la diffusione nel mondo della figura, della memoria e delle opere di Gioacchino Rossini”; ebbene entrambi gli enti sono costituiti in Fondazioni, tuttavia svolgono compiti completamente differenti, quindi paragonare il numero di personale impiegato dall’una e dall’altra non ha alcun senso logico ne razionale.
2) Non dobbiamo confondere il personale impiegato dalla Fondazione Teatro della Fortuna con le “maschere”, personale questo, certamente prezioso ed indispensabile, che tuttavia svolge attività prevalentemente in occasione delle rappresentazioni teatrali, dovendo guidare ed assistere il pubblico durante le manifestazioni; se la Fondazione avesse assunto a tempo indeterminato personale per svolgere esclusivamente questo compito, chiedersi come questo sia impiegato nei restanti giorni in cui il Teatro resta chiuso al pubblico, avrebbe avuto un senso, invece detto servizio è subappaltato a terzi ed il personale dipendente della Fondazione fa tutt’altro e molto, ma molto di più di questo.
Per capire meglio questo passaggio, forse è opportuno spiegare, una volta per tutte, che cosa fa la Fondazione Teatro in concreto.
L’attività della Fondazione investe pressoché tutti i settori dello spettacolo dal vivo rappresentati in Teatro: organizza le stagioni di prosa, opera, concerti, teatro per ragazzi, Concorsi Internazionali, Scuole di Canto, Master Class, incisioni di CD e DVD, oltre a molteplici mostre ed eventi vari.
Per svolgere tutte queste attività è necessario ogni volta allestire il Teatro al fine di renderlo renderlo agibile ed utilizzabile in tali variegate situazioni ed per ogni esigenza, quindi sia durante i lunghi ed articolari periodi di prove, che durante le rappresentazioni e le varie aperture al pubblico.
Sarebbe stato sufficiente chiedere il “planing” ove vengono scaricati i giorni in cui il teatro è occupato, per accorgersi immediatamente che quei 100 giorni indicati nell’articolo, sarebbero diventati almeno il triplo, questo vuol dire che quasi tutti i giorni i 3 dipendenti addetti al personale tecnico sono sempre impegnati in Teatro, senza dimenticare la quotidiana attività di manutenzione che un Teatro come quello di Fano richiede.
Ora, sempre per consentire di svolgere tutta questa imponente attività, è necessario che ci sia un addetto responsabile della produzione, che si occupi di coordinare tutto il lavoro di allestimento e produzione dei tecnici e delle varie compagnie di volta in volta impegnate.
Dopodiché, un ente di produzione teatrale, con un bilancio di oltre un milione di Euro, è paragonabile ad una piccola impresa, e quindi ha certamente bisogno di un impiegato che si occupi di tutta quanta l’attività contabile in prima nota ed amministrativa.
O forse qualcuno pensa che, per esempio, la coproduzione di Rigoletto con la Fondazione Teatro le Muse di Ancona della scorso anno si sia fatta da sola e non sia servita tutta una lunga e laboriosa attività amministrativa.
Ma ognuna delle attività summenzionate, ogni produzione di prosa, ogni opera, ogni concerto, insomma qualsiasi evento richiede una precisa, puntuale e quotidiana gestione contabile ed amministrativa, senza contare tutto il lavoro che richiede la gestione degli sponsor, dei soci e di tutta quanta l’attività del CdA.
Dopodiché il Teatro, e tutte le attività che esso investe, vivono solo grazie alla promozione, alla pubblicità ed al marketing, e senza qualcuno che si occupi di progettare il piano comunicazione, redigere i comunicati, organizzare le conferenze stampa, aggiornare il blog e il sito aziendale, occuparsi della rassegna stampa, mantenere i contatti con i media e i clienti, collaborare con le società di grafica per la realizzazione del materia pubblicitario e promozionale, tenere ed aggiornare l’archivio organizzando un data base e quant’altro, ebbene, senza tutto ciò, l’attività del Teatro rimarrebbe nell’oblio.
Anche qui senza considerare che, nel caso di specie, questa figura è pur sempre un soggetto che svolge un’importante attività di ausilio all’imponente lavoro che richiede l’amministrazione, stesso discorso vale anche per il responsabile di produzione.
Quindi considerando che l’attività di biglietteria e di “maschere”, come detto, è stata subappaltata ad una cooperativa esterna, 6 dipendenti, di cui 3 tecnici e 3 impiegati (un responsabile ammistrativo, uno della produzione, ed uno dell’ufficio stampa), rappresentano assolutamente il minimo indispensabile per mandare avanti un’attività complessa come quella delegata dal Comune alla Fondazione Teatro.
In realtà, se non fosse per la loro grande professionalità e passione per il nostro Teatro, che li induce a lavorare i giorni di festa (per esempio il primo dell’anno il Teatro è aperto per il Concerto di Capodanno ed i dipendenti della Fondazione lavorano) e durante orario straordinario, per altro mai rivendicato, certamente non sarebbero nemmeno sufficienti.
Vogliamo fare un paragone più serio e non con Fondazioni che nulla hanno a che vedere con la nostra?
Bene, prendiamo, per esempio, la Fondazione Teatro Comunale di Bologna.
I dipendenti assunti a tempo indeterminato, naturalmente esclusi maestri d’orchestra e coro che loro hanno in pianta stabile, sono 101!
È vero, in questi sono ricompresi anche addetti alla biglietteria ed alle maschere, che la nostra Fondazione appalta fuori, i programmi del Teatro di Bologna sono (forse) qualcuno in più, ma la proporzione ci sembra comunque molto squilibrata.
Abbiamo ritenuto doveroso fare questo intervento perché solo spiegando alla gente perfettamente di che cosa stiamo parlando, possiamo fare vera informazione.